Storie Indigene: Enrico Russino, un Indigeno DOC.
Enrico Russino, un Indigeno DOC.
Da anni Enrico Russino parla di piante autoctone e di ecotipi a turisti e visitatori creando anche un nuovo concept per l’azienda di famiglia “Gli Aromi”, a Scicli, di cui è l’anima, anzi, come ama definirsi lui, la testa d’ariete.
Lo incontriamo in azienda, ci accoglie con un sorriso caloroso che sprizza vitalità. E inizia a raccontarci di sé, della sua crescita personale e di come nel tempo, partendo dalla produzione di erbe officinali e aromatiche sia riuscito a creare una realtà unica oggi considerata una meta turistica esperienziale di grande importanza.
Ha la disinvoltura di uno showman che sa anche prendersi un po’ in giro e divaga volentieri con aneddoti e confidenze spassionate che mettono allegria. Sembra essere stato sempre così, invece sottolinea che da bambino era molto diverso.
– Ero timido, introverso, mi prendevano in giro perché ero bassino e pienotto. Sono state le donne ad aiutarmi: quando ho scoperto che potevo piacere anche con qualche chilo di troppo, ho iniziato a lavorare su me stesso puntando sulla simpatia, sull’ironia. Poi, all’università mi sono impegnato nello studio e ho iniziato a credere in me anche come uomo.
Nel tempo ho messo a fuoco quello che desideravo: qualcosa che mi desse adrenalina, che avesse a che fare con la comunicazione, gli eventi. Ma mi mancava una struttura. Un bel giorno ho pensato: “mi gioco la serra”. Così è iniziato questo grande progetto che continua a evolversi aprendomi orizzonti sempre interessanti.
Il territorio ibleo, per la sua fertilità è vocato da sempre alla coltivazione ma “Gli aromi” ha reso le proprie serre luoghi non solo di produzione ma anche di aggregazione e di bellezza.
– La nostra serra, ingentilita da pergolati di passiflora e da siepi naturali di carrubo è uno spazio che sfugge alle definizioni. Qui vieni a imparare qualcosa, a fare un percorso olfattivo emozionale per poi rilassarti, alla fine, con un lunch o una cena al tramonto a base di cibi gustosi e semplici preparati da mia moglie.
Una bruschetta di burro al finocchietto con una alice poggiata sopra, mentre i tuoi occhi si perdono nel mare, al tramonto, con un bicchiere di vino… al primo morso puoi anche “morire”… Del resto, cos’è il lusso oggi?
Da sempre noi andiamo in questa direzione. E l’ultimo anno e mezzo segnato dal COVID ci ha dato ragione… La gente vuole avvicinarsi alla natura, guardare un fiore, strofinare un’erba tra le dita e sentirne il profumo, lasciarsi accarezzare l’anima dalle emozioni sensoriali che sconfinano nel mondo affettivo dei ricordi.
Oggi lavoriamo con i più grossi tour operator americani, con un traffico di circa centocinquanta gruppi l’anno.
La tua idea di Sicilia come isola.
– -È talmente grande che a volte si dimentica di essere circondati totalmente dal mare, in fondo certi paesaggi potrebbero appartenere anche ad altri luoghi…
Comunque, se stai a sud di un’isola e a nord di un continente come l’Africa, lo sforzo per emergere è triplo. Psicologico, perché hai l’impressione che tutto remi contro di te. Fisico, perché il clima e la fatica ti sfiancano anche se ti temprano. Ed economico, perché sei fuori dal business.
La vera sfida è restare in quest’isola, riuscire a fare qualcosa nella propria terra!
Idee da sviluppare ce ne sarebbero tante. Il nostro progetto Ragazzi in erbe è nato proprio per le scuole. Gli insegnanti ci chiedono di stimolare i ragazzi, di mostrargli come il mondo delle aromatiche possa essere declinato in prodotti originali, idee regalo che permettono di portare a casa, alla fine dell’esperienza che offriamo, un ricordo, un pizzico di macchia mediterranea.
Da tre anni per autorizzazione del Comune di Scicli siamo diventati casa comunale. Qui ci si può sposare con il rito civile ed è subito partito il progetto Affetto serra, legato non solo al wedding ma anche a lauree, eventi particolari e mia moglie Rita, nonché chef, si occupa del catering.
Abbiamo anche uno spazio teatro di trecento posti affacciato sulla campagna per gli eventi culturali.
Questa è una profumeria naturale che propone un percorso olfattivo che anima i sensi e tira fuori i ricordi. Ci sono persone che piangono dopo aver odorato la nepetella perché rivivono le passeggiate dell’infanzia con i nonni.
Amo stupire, divertire, e le persone ritornano, portano amici. Per me questa è la vittoria più grande.
Qual è tua essenza preferita?
-La brezza del mare, quel misto di alghe e salsedine che sento vicino agli scogli… è questa l’essenza fisica che mi fa vibrare.
Quanto ti senti Indigeno?
– Divento sempre più consapevole di essere indigeno, e con una punta d’orgoglio e di appartenenza a questa zona in particolare, la zona degli Iblei, che raggruppa il settanta per cento delle piante aromatiche e officinali dell’isola. Mi sento un custode di piante indigene. Se pensiamo che Virgilio già scriveva del miele di satra degli Iblei come panacea per tutti i mali…